Nelle profondità di Valle Ruffa di Capo Vaticano vive uno degli esseri viventi più antichi del nostro pianeta, sopravvissuta all’ età dei dinosauri e giunto, grazie all’ isolamento e all’ inaccessibilità dei luoghi, fino ai giorni nostri. E’ su queste pareti ripide, umide e permanentemente ombreggiate che crescono più di 2.000 esemplari di Woodwardia radicans (Felce bulbifera), rara felce con distribuzione subtropicale mediterraneo – atlantica le cui fronde possono raggiungere la lunghezza di 3 metri. La stazione di Valle Ruffa è la più importante in Italia e una delle più rilevanti del Mediteranno. Nelle zone più impervie, umide e ombrose, compare una vegetazione molto diversa rispetto a quella dei territori circostanti, dominatala ontani neri, frassini (Fraxinus oxycarpa) e da grandi piante di alloro mentre, tra gli arbusti, sono molto comuni il nocciolo (Corylus avellana) e Hypericum hircinum. Nel sottobosco spiccano specie di rara bellezza come Allium triquetrum e Geranium versicolor, accanto alle quali è possibile rinvenire, Carex pendula, Carex selvatica, Daphne laureola, e Clematis vitalba che forma un fitto intreccio di liane che si distendono da una parte all’ altra della stretta forra.
Woodwardia radicans è una delle poche specie rimaste a testimoniare quel tipo di vegetazione ricca di elementi subtropicali che contribuirono a caratterizzare l’Italia mediterranea alla fine del Terziario (60 – 70 milioni di anni fa,) epoca remota in cui l’ uomo non esisteva ancora e l’ intero promontorio era ricoperto da una lussureggiante foresta tropicale.